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"Cavalli"
Cavalli di Michele Rho. Recensione di Joseph Moyersoen
Seconda metà dell’800, campagna alle appendici dell’Appennino, due fratelli e due cavalli. Con questi ingredienti Michele Rho ha costruito un lungometraggio che potremmo definire essenziale nei dialoghi e negli episodi narrati, profondo nel legame fraterno, epico nelle inquadrature e nei campi che ci trasportano in un paesaggio di montagna aspro e sconfinato privo di segni distintivi linguistici o geografici. Se il ritmo del racconto è quello lento e cadenzato dell’800 rurale, invece la ricerca di libertà, gli spazi aperti e i duelli, richiamano il genere western.
“Cavalli”, contrariamente dal titolo, non riguarda storie di cavalli, bensì la storia di Alessandro e Pietro, due ragazzi che alla morte della madre ricevono due cavalli indomati. “Di voi non si occuperà più nessuno, voi vi occuperete di loro” gli dirà il padre.
La prima sequenza ci fa tuffare nella storia dei due protagonisti che da bambini fanno le gare di corsa con i carretti nei boschi Appenninici. Durante una di queste corse sfrenate, Alessandro rimane per qualche manciata di secondi affascinato da un cavallo grigio che scorge libero tra gli alberi. Questa distrazione gli costerà una caduta, scatenando una concatenazione di eventi: la punizione del fratello maggiore, la fuga notturna con furto di fiasco di vino e con bagno nelle acque del torrente, il rientro l’indomani a casa quando la madre li avrà già lasciati.
Il lungometraggio ritrae un legame fraterno viscerale. Passa il tempo per i due fratelli molto diversi, sia fisicamente che caratterialmente, ma l’affetto resta sempre lo stesso, anche nei momenti critici. La perdita della madre e altri vuoti non hanno fatto che alimentare la loro naturale complicità. Entrambi, giunti all’età adulta grazie alla fase di addestramento propria e dei loro cavalli presso un allevatore, svilupperanno ciascuno le sue doti e prenderanno ognuno la propria strada: Alessandro sceglierà la libertà, la bella vita e le donne in città, mentre Pietro sceglierà la cura e la doma dei cavalli in campagna.
I cavalli sono il minimo comun denominatore dei due fratelli, non rappresentano solo un mezzo di trasporto ma qualcosa di più, un fedele compagno di viaggio e di vita.
Da citare la visione di un lupo che compare ai protagonisti nei due momenti di svolta della loro vita, momenti che preludono da un lato alla scomparsa di una persona cara, dall’altro al passaggio verso una nuova fase della vita (dall’infanzia alla gioventù e poi dalla gioventù all’età adulta). Il lupo “incarna la doppia veste di bestia selvaggia portatrice di morte e distruzione, e al tempo stesso iniziatore e portatore di conoscenza”[1].
Altre opere aventi come punti di contatto bambini, cavalli, spazi immensi e libertà sono “Black Stallion” di Carroll Ballard (1979), “Cochochi” di Laura Amelia Guzmàn e Israel Càrdenas (2006) e “El Grinta” di Ethan e Joel Coen (2010).
Dice il regista a proposito dei punti chiave del film: “La storia principale è quella di due fratelli molto diversi, interpretati da Vinicio Marchioni e Michele Alhaique, che ereditano dal padre due cavalli da domare. Le donne, però, ci tengo molto a dirlo, sono dei personaggi chiave nel film. Come nella vita reale, soprattutto quella di allora, non appaiono molto, ma il loro apporto è fondamentale per sciogliere i nodi della vita e della trama. Le figure femminili sono interpretate da Giulia Michelini, Antonella Attili e Asia Argento.”
La pellicola è tratta dall’omonima opera, facente parte della trilogia “Pugni” di Pietro Grossi, di cui è emblematico il seguente passaggio: “È inutile stare a raccontarci che siamo tutti uguali, ognuno sfrutta il mondo a modo suo, per arrivare suo malgrado dove gli spetta. C'è chi il coltello lo usa per uccidere e chi per affettarsi una mela. Lo stesso coltello, e tutto ciò che c'è nel mezzo, è il mondo diverso per ognuno di noi.”
[1] In proposito, si veda l’approfondimento della dott.ssa Laura Ottonello nella seguente pagina web del sito dell’Associazione GeA: http://www.geagea.com/27indi/27_11.htm
Joseph Moyersoen