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Storia del palazzo di Via Leopardi 18
La storia architettonica della sede del Tribunale per i Minorenni di Milano.
A cura di Giuseppe Granata, giudice onorario
Fotografie di Chiara Gesmundo
La sede del Tribunale per i Minorenni è situata in un palazzo costruito tra il 1924 e il 1926 su progetto di Piero Portaluppi (Milano 1888-1967) e realizzato dall’Impresa di costruzioni Paolo Gadda. Fu commissionato dalla Società Anonima per Acquisti e Vendite Immobiliari e successivamente è stato la sede della Società Metallurgica Italiana. E’ nato come nuovo modello di palazzo urbano e negli anni è stato adibito ad uffici nei primi due piani e ad appartamenti prestigiosi ad uso privato nei piani terzo e quarto. Nel 1927 è stato aggiunto un sopralzo. Nello spazio sottostante è stato realizzato un seminterrato utilizzato come autorimessa, segno che in quegli anni il numero delle automobili stava decisamente aumentando. Nel 1980 è diventato sede del Tribunale per i Minorenni e nel 1985 è stato acquistato dal Ministero di Grazia e Giustizia. Il corpo della fabbrica è a ferro di cavallo rovesciato con impianto asimmetrico. Il cortile interno è racchiuso ai lati da due bracci del fabbricato allacciato alla faccia posteriore da un porticato leggermente asimmetrico. Come in altre costruzioni del Portaluppi, sono stati utilizzati in abbondanza marmi come il serizzo dell’Ossola per lo zoccolino, il ceppo di Brembate per tutto il piano terreno e il portale, il marmo sbrecciato d’Acquafilante per i pilastri, il marmo di Carrara per tutti davanzali, le lastre e gli intradossi delle finestre e nei corridoi il marmo verde delle Alpi e il marmo di Verona. Molto utilizzato nella pavimentazione il seminato veneziano. La facciata ha l’aspetto tipico dello stile del Portaluppi degli anni venti. Il piano terreno e il portale sono costruiti con il ceppo di Brembate e i timpani sono spezzati con la presenza di colonnine fitomorfe all’interno. Tipiche del periodo sono le teste stilizzate sotto i balconi. Nella parte posteriore dell’edificio sono anche qui presenti timpani spezzati con colonnine fitomorfe e balconcini a spigolature vive utilizzati dal Portaluppi anche in altri edifici di questo periodo. Le ringhiere di ferro dei balconi sono ricche di linee ricurve a motivo geometrico. Imponenti sono gli stucchi del soffitto del portico dove, insieme a disegni a linnee ricurve tipiche del Decò, campeggia una grande conchiglia in stile rococò. Entrando a destra c’è una scala di marmo che porta al primo dove è situata la Procura abbellita da marmi lavorati con linee ricurve tipiche della produzione del Portaluppi. Meno ricca però altrettanto elegante è la scala e la ringhiera che si trovano a sinistra dell’ingresso. Intatta è rimasta la portineria sulla destra con le pareti ricoperte di legno. Per quanto riguarda gli interni, al terzo piano di pregevole fattura sono il soffitto a cassettoni con disegni stilizzati e decorazioni di legno, le porte in legno con maniglie originali, gli affreschi nella sala della Camera di Consiglio in cui, oltre a disegni stilizzati, ricorre la conchiglia e le porte arricchite da disegni. Caratteristico è il soffitto ad archi incrociati del corridoio sempre del terzo piano in cui sono presenti interessanti giochi di luce. Al secondo piano vi sono degli affreschi sul soffitto recentemente restaurati nei quali ricorre con frequenza la conchiglia stilizzata insieme a disegni geometrici stilizzati anche questi tipici dello stile del Portaluppi. Altrettanto decorate sono le porte anch’esse originali. Originali e di pregevole fattura sono i due camini, uno al primo piano in marmo nero e uno al secondo di marmo di Carrara. Il Portaluppi, oltre che architetto ed urbanista, era famoso anche per gli arredamenti e i mobili da lui progettati come il grande armadio in radica e il mobile con ripiani situato in una cancelleria del terzo piano.
Stile della costruzione. Il Portaluppi nei 50 anni di produzione artistica (1910-1960) ha sempre avuto un’autonomia stilistica che gli ha permesso di ottenere risultati sempre originali. Si può considerare un modernista e un innovatore perché insieme ad altri artisti milanesi come Gio Ponti, Lancia, Muzio ed altri, ha creato a Milano negli anni venti un orientamento del gusto nuovo e originale. Dopo la fine della prima guerra mondiale in ambito artistico si è verificato un superamento degli stili allora in voga rappresentati dall’eclettico e dal liberty, stile quest’ultimo ormai in fase di esaurimento. Il Portaluppi ha fatto suo questo nuovo orientamento rifiutando il liberty e ispirandosi marginalmente e in maniera discreta di alcuni elementi eclettici come alcuni richiami al neo rococò. Questo nuovo orientamento del gusto che si è sviluppato nel periodo tra le due guerre mondiali, solo negli anni 60 è stato classificato come “Art Déco” o semplicemente “Déco” prendendo come riferimento “l’Exposition Internationale Des Arts Decoratifs Et Industriels Modernes” tenutasi a Parigi nel 1925 in cui questo nuovo stile si è prepotentemente manifestato.
Nel palazzo prevalgono sicuramente gli elementi del Déco milanese che troviamo nell’impostazione stessa del fabbricato, nella facciata con la presenza di timpani spezzati, piccole colonne fitomorfe tra i timpani, finestre a rombo, motivi geometrici, le caratteristiche teste e le linee ricurve che interessano sia i marmi che le ringhiere di ferro dei balconi. All’interno troviamo le finte finestre sulla scalinata e le ringhiere di ferro a motivi geometrici sempre con la presenza di linee ricurve tipiche del periodo. Di pregevole fattura e in perfetto stile Déco è il grande armadio e il mobile con ripiani della cancelleria. Motivi eclettici li troviamo nella grande conchiglia stilizzata del portico (neo rococò), negli affreschi del secondo e del terzo piano dove sono presenti ancora le conchiglie stilizzate che si mescolano a linee geometriche, riccioli stilizzati ed elementi vegetali tipici del Déco. Notevole è l’impianto eclettico del cortile interno con la presenza di 12 colonne in stile neoclassico.