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Sing Street (2016)

lunedì 26 marzo 2018

Sing_Street

di John Carney1

Anno 1985, Dublino. L’Irlanda sta attraversando una grave crisi economica, che spinge parte della popolazione ad emigrare nel Regno Unito.

Il protagonista Conor detto Cosmo (Ferdia Walsh-Peelo), è un ragazzo di quindici anni, appassionato di musica e alla ricerca della propria identità. Nella prima inquadratura Conor suona la chitarra nella sua stanza, mentre fanno da sfondo le voci concitate dei genitori in lite. La crisi economica va a impattare anche sul nucleo familiare di Conor, che si vede costretto a far interrompere il college al fratello maggiore, ben felice di farlo essendo dedito più al culto dello spinello che a quello dello studio, e far cambiare la scuola a Conor, che si ritrova così dal liceo privato ed elitario dei gesuiti al più modesto e violento istituto dell’ordine dei fratelli cristiani in Synge Street, il cui motto è viriliter age. Per la sua originalità, stravaganza e diversità rispetto ai suoi coetanei, Conor è subito doppiamente preso di mira: da un lato dal preside che lo marca stretto e dall’altro lato dai bulli della scuola. L’incontro con Raphina, la ragazza scafata e “happysad” della porta accanto (alla scuola), sarà la miccia che spingerà Conor a scrivere brani musicali di cui lei sarà la musa ispiratrice, e a creare un gruppo musicale “Sing Street” con altri fragili e intelligenti ragazzi “bullizzati” della scuola, coi quali sperimentare i neonati nuovi generi musicali, incidendo musicassette e girando rudimentali ma appassionati videoclip.

Tra i tanti temi trattati nella pellicola oltre alla coppia genitoriale in crisi, ne troviamo diversi connessi con l’età dell’adolescenza: il ruolo delle relazioni, la ricerca della propria identità, la scoperta dell’amore, la coltivazione dei sogni, il ruolo formativo della musica e del fratello maggiore del protagonista (non a caso il film è dedicato ai “fratelli di ogni luogo”), infine il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e il viaggio iniziatico.

Dopo gli esordi con “November Afternoon” (1996), e i successi di “Once” (2006) vincitore di vari premi tra cui l’oscar per la miglior canzone e “Begin again” (“Tutto può cambiare”, 2013), l’ottavo lungometraggio di John Carney, di forte impatto comunicativo, è autobiografico, intriso di ricordi e origini nostalgiche del regista. Infatti John Carney nasce a Dublino e dal 1991 al 1993 è stato bassista e vocalist del gruppo musicale rock “The Frames”, di cui ha diretto alcuni video musicali. In proposito, il regista afferma: “C’era qualcosa che ho sviluppato quando ero nella band nei miei 20 anni, quando iniziavo ad entrare nei film e ad osservare i film con un occhio più critico e non come mero intrattenimento. Tutti gli altri uscivano a vedere “Guerre Stellari” (1977) o “E.T. - L'extra-terrestre” (1982), mentre io stavo guardando film di Jean-Luc Godard o di Ingmar Bergman o vecchi film americani degli anni '30 e '40, quindi penso che se non fossi stato un regista probabilmente sarei stato un critico cinematografico. Ho comprato una videocamera ed è iniziato tutto da lì.” E alcuni brani del film, sono scritti proprio da John Carney, insieme a Gary Clark.

“Sing Street” ci ricorda “The committments” (1991) di Alan Parker, ma non è un musical, come afferma il regista stesso che non ha voluto inserire la parola “musical” nel poster della pellicola. Tuttavia è indiscutibile il ruolo da protagonista principale della musica, quella del periodo in cui è ambientato il film, che si può riconoscere anche da alcune immagini originali di repertorio, ossia la metà degli anni ’80 quando il mondo musicale è in pieno fermento: il post-punk sostituisce il punk rock, e la new wave, in particolare il synthpop o techno pop, sostituiscono il genere pop, nascono molti nuovi gruppi musicali tra cui Mötorhead, Duran Duran, Depeche Mode, Spandau Ballet, Cure, A-Ha, e prende piede il lancio e abbinamento dei 45 giri con videoclip che esaltano più il look dei gruppi che le loro “performance”.

1di Joseph Moyersoen, già giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano

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