salta al contenuto

"Inside Out" (2015)

inside-out

di Pete Docter

Un ottimo film di animazione, forse il migliore fra quelli realizzati finora dal binomio Disney-Pixar, che esplora il mondo della mente umana e delle emozioni.

Il film inizia con la nascita della bambina Riley, “uno splendido fagottino” come dicono i suoi genitori. Nel “quartiere generale” della mente di Riley compare subito un'emozione: Gioia e sembra che ci saranno solo loro due, "...ma questo durò solo per 33 secondi" dice Gioia, perché nella mente di Riley è già nata un'altra emozione: Tristezza. Il tempo passa e il “quartiere generale” della mente della bambina è sempre più affollata di emozioni, le cinque “emozioni base”: Gioia, Tristezza, Disgusto, Rabbia e Paura. A ognuna di loro sono assegnati compiti ben specifici: Gioia garantisce la felicità ed è l’emozione dominante di Riley, Paura garantisce la sua sicurezza, Rabbia garantisce che Riley non venga sopraffatta dagli altri, Disgusto evita che Riley venga avvelenata fisicamente e socialmente, mentre Tristezza si assicura che gli altri si accorgano di lei, dei momenti in cui ha bisogno di qualcosa o qualcuno. Inoltre, si scopre di più sull'organizzazione della mente: ogni ricordo viene cristallizzato in una sfera del colore dell'emozione associata (gialla per la Gioia, azzurra per la Tristezza, viola per la Paura, rossa per la Rabbia e verde per il Disgusto) e viene prima archiviato nel “quartiere generale”, per poi essere trasferito a fine giornata nella “memoria a lungo termine”, costituito da un immenso labirinto di scaffali. Alcuni ricordi, fondamentali per la formazione della personalità di un individuo, sono definiti “ricordi base” e vengono archiviati e custoditi in un nucleo all’interno del “quartiere generale”. A ogni “ricordo base” è associata una “isola della personalità” che si forma attorno al “quartier generale” e si anima ogni volta che l'individuo è mosso da un’emozione legata ad essa. Le “isole della personalità” sono personali per ogni individuo e lo rendono unico, e quelle della personalità d Riley sono cinque: l’isola della stupidera, alimentata dai momenti di divertimento spontaneo, l’sola dell’amicizia, l’sola della famiglia, l’isola dell’hockey e l’isola dell’onestà. Ogni volta che serve, le emozioni possono richiamare un ricordo dalla memoria a breve o a lungo termine, letteralmente proiettando il contenuto della sfera sul monitor della sala di controllo del “quartiere generale” che, nella mente di Riley, è coordinato da Gioia.

Riley compie 11 anni, dopo aver vissuto un’infanzia felice nel Minnesota, con due affettuosi genitori, l’amica del cuore e le gare di hockey su ghiaccio. Un giorno i genitori decidono di traslocare a San Francisco (quindi vicino alla reale sede della Pixar - il tema del viaggio è presente anche negli altri suoi film animati) per il lavoro del padre, ma le cose non vanno assolutamente come avrebbero dovuto: una serie di ostacoli nella testa di Riley (Inside) e nella vita reale della bambina (Out), provocano reazioni a catena che la portano a farsi sopraffare dalla rabbia e dalla paura. Nel “quartier generale” accade qualcosa di grave: Gioia e Tristezza vengono per errore risucchiate via come le sfere dei ricordi nel labirinto della “memoria a lungo termine” dando inizio insieme a Bing Bong, amico immaginario di Riley, a un lungo e stupefacente viaggio nell'anima, nell’inconscio, nell'immaginazione della bambina. In questo viaggio dentro la mente c'è davvero molto: grandi spazi da attraversare, le paure più profonde, nonché i bui abissi in cui i ricordi vengono dimenticati o rimossi.

Il regista Pete Docter (anche co-ideatore e co-sceneggiatore, già noto per “Toy Story”, “Up” per cui ha vinto l’ambita statuetta e “Monsters & Co.”), insieme al co-regista Ronnie del Carmen guida centinaia di artisti e tecnici della Pixar, che ci raccontano come le reazioni, le scelte delle persone, sono frutto delle mediazioni tra le diverse emozioni e del loro lavoro di squadra. Infatti le vere protagoniste di “Inside Out” sono proprio le cinque “emozioni base” e la loro interazione.

Da segnalare la sequela delle gag che sono la vera forza del film, un susseguirsi di intuizioni narrative, visive e concettuali. Esilarante il passaggio nel "pensiero astratto", dove i personaggi si trasformano da esseri tridimensionali in bidimensionali prima e in linee e segni poi, come in un balletto d’avanguardia omaggiando Chuck Jones, creatore delle serie di cortometraggi animati Looney Tunes e Merrie Melodies (“Bugs Bunny”, “Daffy Duck”, “Wile E. Coyote” e “Beep Beep”, solo per citare alcuni personaggi noti a tutti).

A qualcuno questo capolavoro può ricordare “Esplorando il corpo umano”, la serie di animazione francese che descrive con finalità educative il nostro organismo, trasformando le funzioni in storie e gli organi in personaggi.

Il successo di “Inside Out” è l'accoppiata vincente di consapevole comunicazione e profonda filosofia, sullo sfondo di un’America circondata dall’incertezza e dallo sradicamento, nonché dal desiderio di tornare indietro in un luogo e tempo più sicuri ma ormai perduti.

Simpatico anche il corto animato che precede “Inside Out”, sulla vita e l’amore di Lava, un’isola vulcanica del Pacifico. Un concentrato di forti emozioni e dei loro effetti esplosivi.