Tribunale
Documenti
Accoglienza minori ucraini
Adozioni di minori con bisogni speciali
Progetti e Iniziative
Procura
Link e contatti
Glossario
"Noi siamo infinito (The Perks of Being a Wallflower)"
Recensione del primo lungometraggio diretto da Stephen Chbosky tratto dal romanzo epistolare di grande successo negli USA e pubblicato nel 1999, intitolato “The Perks of Being a Wallflower”
Charlie (Logan Lerman) è un ragazzo timido e solitario, che deve iniziare il primo anno di liceo. Ambientato all’inizio degli anni ’90, il film si apre a suon di tasti della macchina da scrivere con Charlie che scrive ad un amico le sue sensazioni e le sue preoccupazioni, un amico non tanto immaginario visto che qualche mese prima un incidente gliel’ha portato via. E’ successo all’amico di Charlie quello che è successo alla zia Hellen, cui il protagonista era particolarmente legato.
“Noi siamo infinito” è il primo lungometraggio sceneggiato, scritto e diretto da Stephen Chbosky. E’ tratto dal romanzo epistolare di grande successo negli USA e pubblicato nel 1999, intitolato “The Perks of Being a Wallflower” (traducibile molto significativamente come “Ragazzo da parete”), che è anche il titolo della versione originale del film.
Fin dal primo giorno di liceo, Charlie si scontra con il mondo degli adolescenti, un ambiente ostile per uno come lui: dal gruppo dei bulli alle ragazze che non danno corda agli “sfigati” come lui, insicuro, invisibile, senza amici e senza fiducia in se stesso. Solo il giovane professore di letteratura sembra capirlo e prenderlo per il verso giusto, ma “se l’unico amico che mi faccio il primo giorno di scuola è il prof. di letteratura, allora sono messo proprio male” afferma il ragazzo.
Tutto procede nel prevedibile: i pasti a scuola in solitudine, le partite di football americano da semplice spettatore, i compagni di classe poco propensi a dargli corda. Finché un giorno ad una partita Charlie conosce Patrick (Ezra Miller), soprannominato “niente” per una esilarante imitazione di un professore, e soprattutto la sua sorellastra Sam (Emma Watson), due ragazzi molto estroversi, pieni di voglia di vivere e di sperimentarsi come accade a quell’età. I due nuovi amici lo porteranno ad una festa in cui Charlie si lascerà andare grazie ad un brownie “stupefacente”. E’ lì che Patrick brinda con gli amici a Charlie, dicendo “tu osservi le cose e le comprendi, sei un ragazzo da parete” e Sam gli da il “benvenuto sull’isola dei giocattoli difettosi”, come in fondo si sente tutto il trio. Ma le avventure del trio di amici avrà come sempre succede dei momenti alti e dei momenti bassi. Tra i primi sicuramente il momento in cui Charlie, Patrick, Sam e altre due amiche si scambiano i regali di Natale (ognuno prende un regalo per un altro, che deve indovinare da chi arriva), dove il protagonista riceve una “divisa da scrittore” e Sam, fanatica della musica anni ’60, riceve un vecchio disco 45 giri con il brano “Help” dei Beatles.
“Accettiamo l’amore che pensiamo di meritare”, suggerisce il prof. di letteratura a Charlie quando quest’ultimo gli chiede perché le belle ragazze scelgono sempre i ragazzi più stronzi riferendosi alla cotta di Sam per Brad, il classico quarterback idolo di tutta la scuola. Frase che poi Charlie girerà a specchio a Sam in un momento di confidenza. Frase che va contestualizzata al passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta, al percorso esperienziale e introspettivo dei giovani protagonisti del film.
Come altri registi negli ultimi anni hanno tentato di fare, si pensi a Jason Reitman con “Juno” (2007) e a Mia Hansen-Love con “Un amore di gioventù” (2011), Stephen Chbosky riesce a penetrare nel cuore nero degli adolescenti, ad indagare con molto tatto l’età più complessa e intrisa di profondi cambiamenti e a trascinarci dentro, risvegliando le emozioni e le fragilità tipiche di quell’età. In perfetto equilibrio tra dolore, mistero, dubbio e ironia, il regista riesce ad esplorare il burrascoso percorso di questi ragazzi, proiettati verso la ricerca della felicità, la consapevolezza e l’accettazione di sé.
Il regista fa centro anche con la sua sceneggiatura solida, in grado di regalare sia risate che pianti, capace di dire e non dire, nonché di far intuire dolorosi traumi, senza cadere nel melodramma.
In un’intervista al regista, quest’ultimo raccontando dei giovani protagonisti dichiara: “Charlie impara da Sam la redenzione, da Patrick impara che è ok essere esattamente chi si è e che non bisogna averne paura. Come gli altri personaggi, anche Brad ha qualcosa da insegnare a Charlie, che lo sappia o meno. Brad è quello che gli mostra che nessuno è come sembra. Non sai mai cosa le persone stanno passando, dietro le loro porte chiuse. Anche la persona più forte che abbiate mai conosciuto ha le proprie insicurezze. Anche i più tosti hanno bisogno di amore.”
Nel film un ruolo importante spetta alla musica che accompagna la trama con i brani dei Cocteau Twins e dei Dexys Midnight Runners, con le rappresentazioni del Rocky Horror Picture Show e la ricerca di una colonna sonora perfetta, canzoni rubate e regalate, cassette musicali scambiate intrise di significati, che donano e svelano l’anima dei giovani protagonisti. Partendo dalle note di "Asleep" degli Smiths, brano che invita all'oblio, fino a quelle di "Heroes" di David Bowie, brano intriso di fiducia in un futuro di successo, un futuro “pieno di infinito”.
Joseph Moyersoen